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DenominazioneSocietà italiana Ernesto Breda per costruzioni meccaniche - SIEB (1899 - 1952)
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Altre Denominazioni
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Accomandita semplice ing. Ernesto Breda e C. (1886 - 1899)
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Date di esistenza1886 - 1952
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Sedi
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Milano
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Tipo di ente
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Cenni storici
Nel 1886 Ernesto Breda, ingegnere di origini padovane (era cugino di Vincenzo Stefano Breda), rilevò la milanese Elvetica, società attiva nel settore meccanico, e fondò a Milano quella che, nel 1899, assunse la ragione sociale di Società italiana Ernesto Breda per costruzioni meccaniche – SIEB. L’ambito di produzione era quello meccanico e ferroviario; alla vigilia del primo conflitto mondiale si aggiunse la fornitura di materiale bellico per il Regio esercito. Dagli anni della guerra la società uscì notevolmente ampliata, l’ambito di produzione si era allargato anche al settore cantieristico: è proprio nel 1917 che la società cominciò la costruzione dello stabilimento nel nuovo porto industriale veneziano a Marghera, ultimato sei anni più tardi nel 1923.
Gli anni del dopoguerra non furono altrettanto fortunati: la riconversione ad un’economia di pace fu molto difficile e il rilancio dell’attività avvenne solo nel 1936, in concomitanza con la guerra in Etiopia e le commesse che ne derivarono. In quell’anno le unità produttive SIEB erano le seguenti: Direzione centrale e Reparto costruzione macchine industriali (a Milano), sezioni I elettromeccanica e locomotive, II ferroviaria, III fucine, IV siderurgica, V aeronautica (tutte a Sesto San Giovanni); Istituto scientifico (a Sesto San Giovanni), sezioni VI e VII fabbriche d’armi (a Brescia e Roma), VIII cantieri navali (a Marghera).
Anche la seconda guerra mondiale portò prosperità con un forte aumento della produzione (si diede vita alla sezione IX, ad Apuania, per la produzione di bombe e proiettili), ma, ancora, il cessate il fuoco segnò l’inizio di una nuova crisi produttiva e finanziaria.
Lo spartiacque della storia della Breda si colloca nei primi anni Cinquanta: nel 1952 il Fondo per il finanziamento dell’industria meccanica – FIM completò il riassetto della società. La SIEB in quanto tale cessò di esistere per lasciar spazio ad una holding, la Finanziaria Ernesto Breda – FEB, da cui dipendevano le vecchie sezioni di produzione, trasformate ora in società per azioni. Con la ristrutturazione si dismisero le attività non più convenienti, come l’aeronautica, si ammodernarono gli impianti, si ridimensionò il personale dipendente: FEB assunse compiti di controllo e coordinamento dell’attività delle società partecipate. Il Gruppo si riprese completamente tornando competitivo in molti settori della produzione meccanica, in particolare nella produzione di locomotive elettriche, macchine per il movimento terra, macchinari per centrali elettriche e impianti di estrazione di petrolio e metano, motori, armi leggere, telai per calze, frigoriferi e motocicli ecc.
A fine anni Cinquanta, liquidato il FIM, i pacchetti azionari di maggioranza di alcune società da questo detenuti (come Cantiere navale Breda di Marghera) passarono a FEB; contestualmente parte della siderurgia targata Breda passò a Finsider (IRI). La Finanziaria, tramite la Cassa per il Mezzogiorno e l’Ente partecipazioni e finanziamento industria manifatturiera – EFIM, cominciò ad investire nel sud Italia trasferendovi alcune produzioni; in questi anni, inoltre, cominciò ad esplorare il settore del nucleare, ma uscì del tutto da quello navale.
Negli anni Settanta, nell’ambito di un altro riassetto produttivo, la Finanziaria cedette all’IRI alcuni pezzi pregiati, come Breda termomeccanica, per concentrare maggiori investimenti nei settori della difesa, della fonderia, dell’impiantistica, dell’edilizia, delle costruzioni.
Con gli anni Ottanta e la crisi nei settori meccanico, nucleare e siderurgico, FEB dovette cedere aziende e impianti, oltre a ridimensionare gli effettivi delle maestranze impiegate.
Dal 1994 in amministrazione controllata, oggi la Finanziaria, divenuta società per azioni, si è fusa con Intek Group spa, azienda leader nel settore del rame.
La sezione di produzione navale della Società industriale Ernesto Breda aveva un unico stabilimento, a Marghera dal 1919. Qui, dagli anni Venti, si costruivano varie tipologie di natanti: motonavi, motovedette, navi cisterna, navi passeggeri, pescherecci, vaporetti; ma anche manufatti di carpenteria metallica come torri di raffinazione, gru, ponti ferroviari e hangar per aeroporti.
Costituitasi come società per azioni Cantiere navale Breda nel 1947 nell’ambito della profonda ristrutturazione societaria della SIEB, nel 1950 passò interamente al Fondo per il finanziamento dell’industria meccanica – FIM, per poi tornare nuovamente, anche se solo in comodato, alla Breda, nel frattempo trasformata in holding finanziaria. Ad inizio anni Sessanta il neo costituito EFIM rilevò il pacchetto azionario del Cantiere (come quelli delle altre società partecipate), fino all’intervento dell’IRI a fine anni Settanta con Italcantieri, poi Fincantieri. Prima del definitivo trasferimento al gruppo statale il cantiere di Marghera visse una parentesi di sei anni (1973-1979) di nuovo in mano privata, quando il gruppo di Glauco Lolli Ghetti rilevò gli impianti per soddisfare un’importante commessa di navi da trasporto misto, in particolare bauxite, il minerale da cui si ricava l’alluminio. Le navi costruite furono solo sei di una più cospicua serie mai terminata a causa della crisi generale del mercato cantieristico, tuttavia il gruppo realizzò importanti interventi di ristrutturazione ai bacini di prefabbricazione delle navi facendo dell’ex cantiere Breda il secondo polo produttivo d’Italia dopo quelli di Monfalcone.
Dal 1984 all’ingresso dello stabilimento campeggia l’insegna di Fincantieri e, attualmente, il cantiere di Marghera costituisce un’importante realtà produttiva, specializzato nella produzione di grandi transatlantici da crociera. -
Nota bibliografica
Archivio storico Breda (a cura di), 100 anni Breda, 1886-1986, s.n.t.
V. Castronovo, a cura di, La Breda. Dalla Società italiana Ernesto Breda alla Finanziaria Ernesto Breda, 1886-1986, Amilcare Pizzi, Milano 1986.Sulla Breda a Marghera
C.d.F. Breda-F.L.M., a cura di, Breda: quel marzo 1950, dalla difesa dell’occupazione all’allargamento della democrazia, Tipolitografia P.M., Mestre [1980].
C. Chinello, La Breda, in G. Bobbo e C. Chinello, La Breda / Da Ca’ Littoria a Ca’ Matteotti, Il Poligrafo, Padova 2006.
P. Feltrin, Il cantiere Breda (1928-1942), in F. Piva e G. Tattara, a cura di, I primi operai di Marghera. Mercato reclutamento, occupazione 1917-1940, Marsilio, Venezia 1983.
Statuto della Società per azioni Cantiere Navale Breda, con sede in Venezia-Marghera, Venezia [195.].
M. Vedovetto, a cura di, Breda, marzo 1950. L’intervento del sindaco Giobatta Gianquinto, le cronache di Gianni Rodari, Associazione StoriAmestre, Mestre 2005. -
Fonti
S. Barizza e D. Resini, a cura di, Porto Marghera. Il Novecento industriale a Venezia, Vianello libri, Treviso 2004.
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CompilatoreAlessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
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RevisioneAlberto De Cristofaro, Fondazione Istituto per la storia dell’età contemporanea - ISEC
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