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Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato, Roma (1861 – …)

Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato, Roma (1861 – …)

  • Denominazione
    Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato (1966 - 2001)
  • Altre Denominazioni
    • Ministero dello sviluppo economico (2006 - …)
    • Ministero delle attività produttive (2001 - 2006)
    • Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato (1966 - 2001)
    • Ministero dell’industria e del commercio (1945 - 1966)
    • Ministero dell’industria, del commercio e del lavoro (1943 - 1945)
    • Ministero delle corporazioni (1926 - 1943)
    • Ministero dell’economia nazionale (1923 - 1929)
    • Ministero dell’industria e del commercio (1920 - 1923)
    • Ministero per l’industria, il commercio e il lavoro (1916 - 1920)
    • Ministero per l’agricoltura, l’industria e il commercio (1861 - 1916)
  • Date di esistenza
    1861 - ...
  • Sedi
    • Roma
  • Tipo di ente
  • Cenni storici

    Un ministero con competenze su industria e commercio fu istituito nel 1920, ma nel 1923 fu assorbito dal Ministero dell’economia nazionale (Regio decreto del 27 aprile 1923, n. 915) che assunse anche i servizi su agricoltura, lavoro e previdenza sociale.
    Nel 1929 il Ministero creato sei anni prima cessò di esistere, ne presero il posto il Ministero dell’agricoltura e delle foreste e il Ministero delle corporazioni (Regio decreto del 2 luglio 1926, n. 1131) per industria, miniere, commercio, lavoro, previdenza, credito e politica economica. Questo dicastero si articolava in: Divisione personale e affari generali, quattro direzioni generali, più l’Ispettorato corporativo che sostituiva l’Ispettorato del lavoro e l’Ispettorato tecnico dell’industria. Soppresso con la fine del regime fascista, ne prese il posto il Ministero dell’industria, del commercio e del lavoro (Regio decreto del 9 agosto 1943, n. 718); ad esso passarono anche le competenze del soppresso Ministero della produzione bellica.
    Le funzioni su lavoro e industria furono ripartite tra i due dicasteri che gli succedettero (Decreto legislativo del 21 giugno 1945, n. 377): Ministero del lavoro e previdenza sociale e Ministero dell’industria e del commercio, in seguito rinominato Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato (Legge del 26 settembre 1966, n. 792). Esso si articolava in: Gabinetto, quattro Direzioni generali (affari generali e personale, industrie e miniere, commercio interno e consumi industriali, artigianato e piccole industrie), Ispettorato delle assicurazioni private, Ufficio studi e ricerche, Ufficio legislativo, Ufficio dei prezzi, Segreteria del Comitato interministeriale prezzi, Consiglio superiore delle miniere. Nel 1951 la Direzione generale industria e miniere divenne Direzione generale della produzione industriale; con Decreto ministeriale del 2 gennaio 1958 l’Ufficio centrale dei brevetti per invenzioni, modelli e marchi, dalla Direzione generale affari generali passò alle dirette dipendenze del ministro.
    “Il Ministero, nel secondo dopoguerra, ha dunque assunto maggiore rilevanza ampliando le proprie competenze ai problemi di natura internazionale e comunitaria, alla gestione delle incentivazioni pubbliche e ai problemi energetici, resi più complessi dalla crisi del petrolio”.
    Il Ministero mantenne la denominazione fino al 2001, cioè fino all’attuazione della riorganizzazione della pubblica amministrazione promossa dalla cosiddetta riforma Bassanini, tra anni Novanta e Duemila. Nel 2001 infatti fu creato il Ministero delle attività produttive con l’accorpamento del Ministero del commercio con l’estero; il nuovo dicastero fu poi riorganizzato nel 2006 nell’attuale Ministero dello sviluppo economico con l’accorpamento delle funzioni sulla coesione territoriale e, dal 2008, del Ministero delle telecomunicazioni.
    Nel 1912, presso l’Ispettorato generale dell’industria, fu istituito un Ufficio della proprietà intellettuale che rimase sostanzialmente immutato nel passaggio ai vari ministeri creati per industria, commercio e lavoro. Nel 1939 (Regio decreto del 29 giugno, n. 1127) fu istituito l’Ufficio centrale dei brevetti per invenzioni modelli e marchi presso il Ministero delle corporazioni: così la materia dei brevetti ricevette una propria disciplina, autonoma rispetto a quella generica della proprietà intellettuale.
    Dopo la guerra l’Ufficio brevetti passò sotto la dipendenza degli affari generali (1955), dal 1958 dipese direttamente dal ministro.

  • Fonti

    Guida ai fondi [dell’Archivio centrale dello Stato], on-line in acs.beniculturali.it (consultato nel mese di giugno 2018).

  • Compilatore
    Alessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
  • Complessi archivistici prodotti