-
DenominazioneMinistero dei lavori pubblici (1859 - 2001)
-
Date di esistenza1859 - 2001
-
Sedi
-
Roma
-
-
Tipo di ente
-
Cenni storici
Di seguito si dà qualche cenno sommario delle molte riorganizzazioni subite dal Ministero; per maggiori informazioni si può fare riferimento alla Guida ai fondi on-line dell’Archivio Centrale dello Stato e al Sistema Guida generale degli Archivi di Stato italiani on-line.
Il Ministero dei lavori pubblici era regolato sin dalla nascita del Regno d’Italia dalla Legge del 20 novembre 1859, n. 3754 del Regno di Sardegna, che ne sancì la stessa istituzione: l’organizzazione e le competenze ad esso attribuite (opere pubbliche, poste, strade ferrate e telegrafi) furono confermate dalla Legge di unificazione amministrativa del Regno approvata il 20 marzo 1865. Il Ministero si articolava in: Segretariato generale con tre divisioni, Direzione generale acque e strade, (divenuta poi ponti, acque e strade) con quattro divisioni, Direzione generale strade ferrate con tre divisioni, Direzione generale telegrafi elettrici (presto riorganizzata) con due divisioni, Direzione generale delle poste (presto riorganizzata) con quattro divisioni. Nel 1889 fu istituito il Ministero delle poste e dei telegrafi e in esso confluirono la Direzione generale dei telegrafi e quella delle poste. Nel 1871 la Direzione generale ponti, acque e strade venne scissa in due: la Direzione generale ponti e strade e la Direzione generale opere idrauliche.
Nel 1873 (Regio decreto del 9 settembre 1873, n. 1556) fu conferito un nuovo ordinamento al Ministero, poco dopo fu dotato di un ufficio tecnico di revisione per esaminare i calcoli e i prezzi dei progetti, conti e misure finali dei lavori fatti per conto dell’amministrazione dello Stato, articolato in cinque sezioni: strade, opere idrauliche e bonifiche, lavori marittimi, ferrovie, fabbricati. Nel 1877, con la soppressione del Ministero dell’agricoltura, industria e commercio, al Ministero dei lavori pubblici passarono competenze sul servizio idrografico, che in seguito continuò a mantenere.
Nel 1904 (Regio decreto del 31 marzo, n. 145) un’altra riorganizzazione: al Segretariato generale si affiancavano l’Ufficio ispezione e gli ispettori centrali amministrativi, la Ragioneria centrale, la Direzione generale ponti e strade (con tre divisioni), la Direzione generale opere idrauliche (con due divisioni), l’Ispettorato generale delle strade ferrate.
Nel 1908 (Regio decreto del 22 novembre, n. 690) i servizi furono nuovamente ridistribuiti: Segretariato generale (con due divisioni), Ragioneria centrale, Direzione generale ponti e strade, Direzione generale opere marittime, Direzione generale bonifiche, Direzione generale opere idrauliche, Direzione generale servizi speciali, Ufficio speciale delle Ferrovie dello Stato, istituite in amministrazione autonoma pochi anni prima nel 1905.
Nel 1922 il dicastero fu riorganizzato assecondando un criterio nuovo, quello della territorialità, per cui si abolirono le precedenti direzioni generali per istituire al loro posto tre grandi direzioni generali con competenze rispettivamente sul nord Italia, sul centro, sul sud e le isole; ciascuna si articolava al suo interno in tre divisioni (la prima per ponti e strade, la seconda per opere idrauliche, bonifiche, irrigazioni, opere marittime, utilizzazione dell’acqua per la produzione di elettricità, la terza per costruzioni edilizie, riparazione di danni dovuti a calamità). Si aggiungeva l’Ispettorato generale delle ferrovie, tramvie, automobili (con tre divisioni). Lo stesso provvedimento riformatore prevedeva l’abolizione del Segretariato generale, aboliva l’Ufficio speciale delle acque pubbliche e i compartimenti del Genio civile.
Nel 1924 l’Amministrazione autonoma delle ferrovie passava sotto il controllo del Ministero delle comunicazioni.
Nello stesso anno (Regio decreto legge del 25 settembre, n. 1477) si varò una nuova ristrutturazione del Ministero, che ora poteva contare su: Direzione generale affari generali e porti, Direzione generale opere idrauliche e bonifiche, Ispettorato generale per i servizi speciali, Ispettorato generale per le ferrovie tramvie e automobili, Ispettorato centrale per le opere pubbliche del Mezzogiorno e isole.
Seguirono altre riforme dei servizi ministeriali, nel 1926 (istituzione della Direzione generale nuove costruzioni ferroviarie), nel 1933, nel 1937, mentre nel 1929 le competenze in materia di bonifiche passò al Ministero dell’agricoltura e le foreste. Nel 1937 fu istituito l’Ispettorato generale per il servizio contratti e l’albo nazionale degli appaltatori delle opere pubbliche.
Nel 1940 (Regio decreto del 16 settembre, n. 1438) l’ultima ristrutturazione prima dell’avvio della decentralizzazione amministrativa degli anni Settanta: Direzione generale affari generali, coordinamento, legislazione e personale, Direzione generale viabilità ordinaria e nuove costruzioni ferroviarie, Direzione generale acque e impianti elettrici, Direzione generale opere marittime, Direzione generale edilizia statale e sovvenzionata, Direzione generale urbanistica e opere igieniche, Direzione generale per i servizi speciali.
Nel 1977 alcune delle tradizionali competenze del Ministero passarono alle Regioni, ad esempio quella sulle nuove costruzioni ferroviarie, sulla ricostruzione edilizia, sui servizi speciali; altre alla Direzione generale edilizia statale.
Nel 1989 la Direzione generale delle acque e impianti elettrici diventò Direzione generale della difesa del suolo, dopo l’istituzione dell’omonimo Comitato nazionale. Fino alla soppressione del Ministero, avvenuta con Decreto legislativo del 30 luglio 1999, n. 300, operarono le seguenti direzioni: affari generali e personale, difesa del suolo, opere marittime, edilizia statale e servizi speciali, coordinamento territoriale e dell’edilizia territoriale.
Dal 2001, anno della prima legislatura senza Ministero dei lavori pubblici, le competenze del Ministero (e quelle del Ministero dei trasporti e della navigazione) sono passate al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Dal 1859 in poi organo consultivo del Ministero è stato il Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Le competenze per i porti, nel corso della storia del dicastero, passarono, nel 1871, dalla Direzione generale ponti acque e strade alla Direzione generale opere idrauliche; nel 1904 alla Direzione generale bonifiche e porti; nel 1908 alla Direzione generale opere marittime, soppressa nel 1922 con la ristrutturazione del Ministero nelle tre grandi direzioni generali territoriali. Tra 1922 e 1924 dei porti si occuparono le divisioni per le opere idrauliche, fino al 1924 (Regio decreto del 25 settembre, n. 1477) quando fu istituita la Direzione generale viabilità e porti. Dopo un periodo in cui edilizia e porti furono assegnati a direzioni separate, nel 1933 la Direzione viabilità tornò a chiamarsi Direzione generale viabilità e porti. Infine, nel 1940 (Regio decreto del 16 settembre, n. 1438), fu istituita nuovamente la Direzione generale opere marittime. -
Nota bibliografica
E. Rotelli, Gli organi dell’amministrazione statale. I Ministeri. Ministero dei lavori pubblici, Giuffré, Milano 1962.
Inoltre
Pubblicazioni promosse dal Ministero, come:
Ministero dei lavori pubblici. Ufficio statistica, Le opere pubbliche al…, supplemento al Bollettino statistico del Ministero dei lavori pubblici e della Azienda autonoma statale della strada, Istituto poligrafico dello Stato, Roma, vari anni. -
Fonti
Guida ai fondi [dell’Archivio centrale dello Stato], on-line in acs.beniculturali.it (consultato nel mese di giugno 2018).
-
CompilatoreAlessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
-
Complessi archivistici prodotti