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DenominazioneIstituto nazionale Luce (1925 - 1962)
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Altre Denominazioni
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Istituto Luce Cinecittà srl (2011 - …)
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Cinecittà Luce srl (2008 - 2011)
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Istituto Luce spa (1962 - 2008 )
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L’unione cinematografica educativa - LUCE (1924 - 1925)
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Sindacato istruzione cinematografica - SIC (1923 - 1924)
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Date di esistenza1925 - ...
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Sedi
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Roma
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Tipo di ente
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Cenni storici
Il Luce nacque da un’intuizione di Benito Mussolini il quale nel 1925, all’inizio del ventennio fascista, si mostrò entusiasta di un documentario sulla sua attività di governo (dal titolo Dove si lavora per la grandezza d’Italia) realizzato da una piccola società di produzione costituita l’anno precedente, il Sindacato istruzione cinematografica – SIC. Il capo del governo, prima di ogni altro uomo di Stato del tempo, comprese le potenzialità di un simile mezzo di narrazione e fascinazione e decise di sostenerne l’attività e lo sviluppo. È dell’estate 1925 una circolare del Consiglio dei ministri a tutti i ministeri italiani nella quale si invitava a servirsi unicamente della società, ora ribattezzata LUCE (L’unione cinematografica educativa), per la loro propaganda. Con Regio decreto legge del 5 novembre 1925, n. 1985 fu costituita ufficialmente L’unione cinematografica educativa – LUCE quale ente dello Stato, suo organo tecnico di propaganda cinematografica, con un capitale sociale e l’apporto di numerose altre istituzioni. Il LUCE (art. 1 del decreto) doveva provvedere alla “diffusione della cultura popolare e della istruzione generale per mezzo delle visioni cinematografiche, messe in commercio alle minime condizioni di vendita possibile, e distribuite a scopo di beneficenza e propaganda nazionale e patriottica”.
L’Istituto Luce cominciò così le sue produzioni, essenzialmente di due tipi: i cinegiornali e i documentari, mentre il cinema di fiction si sviluppò solo più tardi rappresentando un settore per il momento marginale. Da una parte, con i cinegiornali, il Luce si fece carico della costruzione e della narrazione dell’immagine di Mussolini e del fascismo agli italiani, edificando un “gigantesco arco di trionfo” (G. P. Brunetta, ISTITUTO NAZIONALE L.U.C.E., cit.) per le gesta del duce. Dall’altra, con i documentari, l’Istituto raccolse un’imponente e preziosa mole di informazioni sui costumi, le tradizioni, il paesaggio e l’ambiente delle regioni di tutta la penisola.
Per legge, dal 1926, nelle sale cinematografiche italiane fu obbligatorio proiettare i cinegiornali dell’Istituto Luce, prodotti regolarmente quattro volte la settimana, in tre serie nell’arco del ventennio: dal 1927 al 1932 (900 unità), dal 1932 al 1940 (1.693 numeri) e dal 1940 al 1945. Il filo rosso che lega l’uno con l’altro ogni fotogramma è quello della celebrazione della fascistizzazione dell’Italia in quanto strada privilegiata per il suo sviluppo economico, tecnologico e sociale, ma al centro di tutta la produzione giornalistica sta un uomo solo, Mussolini, allo stesso tempo regista e attore protagonista di innumerevoli servizi su inaugurazioni di monumenti, cippi, fabbriche, ospedali, sugli incontri ufficiali con i potenti della Terra, sui viaggi all’estero, sulle cerimonie commemorative, sulle sue visite nelle città italiane e sui suoi applauditissimi comizi. Proprio l’avvento del sonoro (1931 nei cinegiornali Luce) aprì una fase nuova nella “lettura” del gesto e del corpo di Mussolini da parte della macchina da presa, un’evoluzione nelle scelte stilistiche adottate, tuttavia lo schema espositivo dei cinegiornali rimase inalterato, così come l’interpretazione della realtà suggerita: rassicurante e sempre positiva. In questi anni d’altronde si affermarono anche importanti documentaristi, come Francesco Pasinetti, Giorgio Ferroni, Roberto Omegna e tanti altri.
L’ingresso in guerra dell’Italia decretò l’inizio della parabola discendente del Luce, che in questo drammatico frangente segnò il passo come strumento di propaganda: l’immagine dello stesso Mussolini declinò e appassì, fino a regredire a mero “ectoplasma” nei mesi della Repubblica sociale italiana, dopo l’8 settembre 1943.
Nella Repubblica sociale italiana, lo Stato fantoccio nazifascista, fino a fine aprile 1945 l’Istituto Luce ebbe sede a Venezia, in un albergo vicino a Piazza San Marco, anche se lo sviluppo e la stampa si facevano a Torino. Il ministro della propaganda di quel periodo, Fernando Mezzasoma, cercò di ridare vita al Giornale Luce: la guerra divenne solo uno sfondo, piuttosto si puntò l’attenzione sulla cronaca sportiva o mondana o su curiosità di vario tipo; dalla fine del 1943 entrò, in punta di piedi, la politica (con le assemblee del Partito fascista repubblicano, i giuramenti delle truppe ecc.) e la triste attualità dei bombardamenti alleati.
La fine della guerra e della dittatura avrebbe potuto costituire la fine per l’Istituto Luce, come accadde per molti degli enti creati dal fascismo, invece, posto in liquidazione nel 1947, alla fine del decennio, grazie ad una legge apposita, poté tornare a produrre cinegiornali e documentari. Nel 1958 fu istituito l’Ente autonomo di gestione per il cinema – EAGC, il quale assorbì Cinecittà e l’Istituto Luce; questo diversificò notevolmente la propria attività ora sviluppata sul piano della produzione, della distribuzione, dell’esercizio e della conservazione e valorizzazione del cospicuo patrimonio di fotografie e pellicole.
Nel 1962 il Luce divenne una società per azioni. In questi anni si riprese anche la produzione di lungometraggi e film d’autore, un settore scarsamente frequentato in passato e che in seguito fu sviluppato in modo considerevole puntando sia su registi affermati sia su giovani autori esordienti.
Notevole importanza ebbe anche la valorizzazione dell’enorme patrimonio documentario conservato con la produzione di documentari storici, dal 1994 affidata alla direzione di Folco Quilici.
Dal 2011 il Luce fa parte della società pubblica Istituto Luce Cinecittà. -
Nota bibliografica
G. P. Brunetta, Cinema italiano tra le due guerre. Fascismo e politica cinematografica, Mursia, Milano 1975.
G. P. Brunetta, ISTITUTO NAZIONALE L.U.C.E, in Enciclopedia del cinema, vol. 3, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma 2003.
LUCE, Origine, organizzazione e attività dell’Istituto Nazionale “Luce”, Istituto poligrafico dello Stato, Roma 1934.
E. G. Laura, Le stagioni dell’aquila. Storia dell’Istituto LUCE, Ente dello spettacolo, Roma 2000.
G. D’Autilia e M. Pizzo, Fonti d’archivio per la storia del LUCE, Istituto Luce, Roma 2004. -
Fonti
G. P. Brunetta, ISTITUTO NAZIONALE L.U.C.E, in Enciclopedia del cinema, vol. 3, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma 2003.
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CompilatoreAlessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
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RevisionePatrizia Cacciani, archivio storico Luce
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