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DenominazioneIstituto mobiliare italiano - IMI (1931 - 1991)
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Altre Denominazioni
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Istituto mobiliare italiano spa (1991 - 1998)
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Date di esistenza1931 - 1998
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Sedi
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Roma
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Tipo di ente
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Cenni storici
Su modello dei cosiddetti “enti Beneduce” di credito speciale in campo bancario (il Consorzio di credito per le opere pubbliche – CREDIOP e l’Istituto di credito per le imprese di pubblica utilità – ICIPU) con Regio decreto legislativo del 13 novembre 1931, n. 1398, veniva fondato l’Istituto mobiliare italiano, con sede a Roma; suo primo presidente fu il triestino Teodoro Mayer.
Al momento della sua costituzione l’IMI aveva il duplice compito di concedere mutui alle imprese italiane di durata non superiore ai dieci anni, con emissione di obbligazioni a fronte dell’offerta di determinate garanzie di beni mobiliari e immobiliari, nonché di assumere partecipazioni azionarie nelle stesse società finanziate. Gli organi societari principali costituenti l’IMI previsti inizialmente dallo statuto erano: il Consiglio di amministrazione (15 membri, tra cui anche elementi nominati dai Ministeri per le corporazioni e per l’agricoltura), il Comitato esecutivo (cinque membri, di cui tre nominati dal Consiglio, ben presto il vero organo decisionale dell’istituto), l’Assemblea ordinaria/straordinaria dei soci.
Prima la profonda riforma bancaria varata nel 1936, poi l’avvio della politica autarchica e bellicistica del regime di Mussolini, mutarono in modo rilevante l’attività dell’istituto: grazie a questa riforma, ad esempio, dal 1936 il credito concesso, da medio termine, passò a lungo termine (a scadenza ventennale) e al governatore della Banca d’Italia, Vincenzo Azzolini, fu attribuita anche la carica di presidente dell’IMI; da quell’anno le emissioni di credito dell’istituto furono dirottate, di preferenza, alle imprese che potevano soddisfare la domanda pubblica a sostegno della politica autarchica e di incremento degli armamenti.
La struttura dell’IMI si articolò progressivamente con l’ampliarsi delle attività svolte: nel 1937 fu istituito l’Ufficio (in seguito Servizio) ispettorato con il compito di raccogliere “informazioni, attraverso sopralluoghi e analisi della situazione finanziaria e amministrativa, sulle aziende che presentavano richieste di mutuo”. Si trattava di una funzione essenziale per l’attività dell’intero istituto in quanto gli ispettori dovevano verificare il valore delle garanzie offerte dall’impresa prima della concessione del mutuo e, una volta emesso, ne controllavano periodicamente la salute patrimoniale e finanziaria.
Nel secondo dopoguerra l’IMI svolse un ruolo fondamentale per il rilancio dell’industria italiana. Esso infatti si trovò a gestire il Fondo per l’industria meccanica – FIM istituito dal governo italiano per la riconversione dell’industria meccanica ad un’economia di pace e, nello stesso tempo, i finanziamenti concessi all’Italia dagli Stati Uniti con il cosiddetto Piano Marshall (European Recovery Program – ERP), in collegamento con la Export Import Bank di Washington secondo il Decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato dell’11 settembre 1947, n. 891 (quell’anno fu aperto un ufficio IMI a Washington). Proprio per le delicate funzioni assegnate ora all’istituto (le cosiddette “gestioni speciali”), anche il già citato Ufficio ispettorato si divise in Ispettorato Export-Import Bank (EIB) e Ispettorato Eupean Recovery Program (ERP) e dal 1949 lavorò fianco a fianco con l’Ufficio consulenza tecnica, addetto alla verifica degli impianti industriali e dei beni offerti in garanzia, a sua volta in stretto contatto con il Comitato esecutivo dell’IMI.
In seguito, negli anni del boom economico, l’IMI aprì il credito soprattutto all’esportazione dei prodotti dell’industria italiana e sostenne i grandi progetti industriali, ma non mancò di svolgere un ruolo importante anche nello sviluppo delle piccole e medie imprese e nella ripresa economica del Mezzogiorno.
Nel 1991 l’IMI si trasformò in società per azioni per fondersi infine con l’Istituto bancario San Paolo di Torino. -
Nota bibliografica
G. Lombardo, L’Istituto Mobiliare Italiano, vol. I, Modello istituzionale e indirizzi operativi: 1931-1936, Il Mulino, Bologna 1998.
G. Lombardo, L’Istituto Mobiliare Italiano, vol. II, Centralità per la ricostruzione: 1945-1954, Il Mulino, Bologna 2000.
G. Lombardo e V. Zamagni, L’Istituto Mobiliare Italiano, 1931-1998, Il Mulino, Bologna 2009.
G. Mellinato, L’Iri e un tentativo di riorganizzazione del settore cantieristico negli anni Trenta, in «Archivi e Imprese», anno VII, n. 13 (gennaio-giugno 1996), pp. 59-98.
F. Sbrana, Portare l’Italia nel mondo. L’IMI e il credito all’esportazione, 1950-1991, Bologna, Il Mulino, 2006.
V. Zamagni, L’industria chimica italiana e l’IMI, Il Mulino, Bologna 2010. -
Fonti
Archivio storico Intesa Sanpaolo, Inventario on-line Archivio Istituto mobiliare italiano – IMI.
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CompilatoreAlessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
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RevisioneArchivio storico Intesa Sanpaolo. Patrimonio archivistico Istituto mobiliare italiano - IMI
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