-
DenominazioneFerrovie dello Stato - FS. Servizio lavori e costruzioni (sec. XX, inizio - sec. XX, anni Ottanta)
-
Date di esistenzaSec. XX, inizio - sec. XX, anni Ottanta
-
Sedi
-
Roma
-
-
Tipo di ente
-
Cenni storici
La gestione della rete delle strade ferrate italiane, affidata e accresciuta da società private nei primi decenni di vita del neonato Regno d’Italia, dal 1905 fu avocata allo Stato con regime giuridico autonomo: infatti, con Regio decreto del 15 giugno 1905 n. 259, fu costituita l’Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato con a capo un direttore generale. Inizialmente fu il Ministero dei lavori pubblici il dicastero responsabile dell’ente. A questo ministero successivamente (Legge del 7 luglio 1907, n. 429) fu affidata, oltre alla responsabilità, anche l’ “alta direzione” dell’Amministrazione autonoma; al Parlamento, attraverso una Commissione di vigilanza, e al Ministero del tesoro, erano affidati compiti di controllo. Con il Regio decreto del 12 marzo 1908, n. 110 si diede all’Amministrazione ferroviaria la struttura in Direzioni compartimentali e, al loro interno, in Divisioni compartimentali locali, sopravvissuta pressoché invariata fino alle recenti riforme degli anni Ottanta, Novanta e Duemila. Il nuovo ente autonomo cominciava la propria attività con una dote di 10.518 km di rete ferroviaria e 103.000 dipendenti in servizio.
Nel 1922 il governo di Mussolini sciolse il Consiglio di amministrazione dell’ente per conferirgli, nel 1924, un nuovo ordinamento (Regio decreto legge del 22 maggio, n. 868): l’Amministrazione fu affidata alla responsabilità del Ministero delle comunicazioni; lo stesso ministro andò a presiedere il Consiglio di amministrazione, in pratica svuotato dei suoi poteri.
Durante il ventennio si raggiunsero progressi tecnici importanti: la costruzione della linea Roma-Napoli nel 1927, la Bologna-Firenze nel 1934; nel 1937 entrarono in servizio le elettromotrici e gli elettrotreni. Nel 1939 le Ferrovie dello Stato disponevano di 4.000 locomotive a vapore, 1.531 elettriche, 12.000 carrozze e 150.600 carri che potevano viaggiare lungo 16.981 km di strade ferrate.
Nel 1944 (Decreto luogotenenziale del 12 dicembre 1944, n. 413), soppresso il Ministero delle comunicazioni, le competenze del cessato dicastero furono ripartite tra i nuovi Ministero delle poste e Ministero dei trasporti, a quest’ultimo fu affidata la direzione generale delle Ferrovie. Dagli anni Cinquanta entrò in uso la denominazione Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, o più semplicemente Ferrovie dello Stato. Sostanzialmente l’ordinamento che si configurò negli anni Quaranta rimase immutato fino al 1985.
L’Azienda, pur definendosi autonoma, non aveva personalità giuridica propria e dipendeva strettamente dal Ministero dei trasporti: il ministro infatti presiedeva il Consiglio di amministrazione, cui rimasero funzioni puramente consultive. Tale organo era composto da alcuni sottosegretari di Stato, dal direttore generale delle Ferrovie, da tre funzionari dell’Azienda, da due magistrati del Consiglio di Stato, da rappresentanti del Ministero del tesoro, dell’Avvocatura di Stato, del Ministero dei lavori pubblici, del personale delle Ferrovie e da rappresentanti della cittadinanza particolarmente esperti in materia di trasporti.
A capo delle Ferrovie era posto un direttore generale, il quale si atteneva alle direttive ricevute dal Ministero. La Direzione generale, nella sua struttura definitiva, era costituita da dieci servizi che stabilivano e coordinavano tutta l’attività dell’Azienda: cinque erano detti servizi “dell’esercizio”, gli altri cinque “amministrativi”. I primi erano i seguenti: Servizio movimento (preceduto da un Servizio mantenimento e sorveglianza, si occupava dell’organizzazione, distribuzione e utilizzazione del materiale rotabile, della formazione, circolazione e orario dei treni, dei bisogni e dei servizi delle stazioni e dei treni), Servizio commerciale e del traffico (si occupava dello studio, dell’acquisto e dello sviluppo dei traffici), Servizio materiale e trazione (si occupava dello studio e della vigilanza delle costruzioni del materiale rotabile, dell’acquisto e della riparazione del materiale), Servizio lavori e costruzioni (si occupava della costruzione, della manutenzione e dell’esercizio delle linee e dei fabbricati della rete), Servizio impianti elettrici (si occupava della costruzione, della manutenzione e dell’esercizio degli impianti di produzione, trasporto ed alimentazione di energia elettrica, fino all’anno della nazionalizzazione, ma anche degli impianti di trazione elettrica, di segnalamento e sicurezza, degli impianti di telecomunicazioni, di illuminazione e forza motrice e altro). I servizi amministrativi erano: Servizio personale, Servizio affari generali, Servizio ragioneria, Servizio approvvigionamenti, Servizio sanitario. Tutti avevano sede a Roma, ad eccezione del Servizio materiale e trazione con sede a Firenze.
La rete ferroviaria, sin dal decreto del 1908, fu suddivisa in 15 compartimenti con sedi a Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Ancona, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo e Cagliari; ciascuno di essi comprendeva sei Divisioni compartimentali addette ad un settore specifico di attività (movimento, materiale e trazione, impianti elettrici, lavori, commerciale e del traffico, ragioneria) dipendenti dai rispettivi servizi della Direzione generale.
Con Legge del 17 maggio 1985, n. 210 l’Azienda autonoma delle ferrovie dello Stato fu trasformata in ente autonomo denominato Ferrovie dello Stato dotato di “personalità giuridica, autonomia patrimoniale, contabile e finanziaria”, di un proprio Consiglio di amministrazione e posto sotto la vigilanza del Ministero dei trasporti. Da questo momento si susseguirono numerose e profonde riforme dell’organizzazione e della gestione della rete ferroviaria, che non cessarono con la trasformazione dell’ente autonomo, nel 1992, in Ferrovie dello Stato – Società di trasporti e servizi per azioni. -
Nota bibliografica
Ordinamento dei Servizi e dei Compartimenti dell’Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, vol. 1, Roma 1953.
V. Castronovo, a cura di, 1905. La nascita delle Ferrovie dello Stato, Leonardo International, Milano [2005].
C. Chinello, Porto Marghera 1902-1926. Alle origini del “problema di Venezia”, Marsilio, Venezia 2017 (prima edizione 1979).
V. Guadagno, Le ferrovie in età giolittiana: politica, società, economia, Collegio amministrativo ferroviario italiano, Roma 2003.
V. Guadagno, Cento anni di storia ferroviaria: i dirigenti, l’Azienda, il Paese (1905-2005), Assidifer Federmanager, Roma 2006.
G. Zucconi, La grande Venezia. Una metropoli incompiuta tra Otto e Novecento, Marsilio, Venezia 2002. -
Fonti
Novissimo digesto italiano, diretto da A. Azara e E. Eula, UTET, Torino 1959, voce Ferrovie dello Stato.
Novissimo digesto italiano. Appendice, Unione tipografico-editrice torinese, Torino [1980], voce Ferrovie dello Stato. -
CompilatoreAlessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
-
RevisioneIlaria Pascale, Fondazione FS Italiane, Servizio Archivi e Biblioteche, giugno 2018
-
Complessi archivistici prodotti