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Ferraro, Pietro (Venezia, 1908 – Roma, 1974)

Ferraro, Pietro (Venezia, 1908 – Roma, 1974)

  • Denominazione
    Ferraro, Pietro
  • Date di esistenza
    1908 - 1974
  • Tipo di ente
  • Cenni storici

    Pietro Ferraro nacque a Venezia nel 1908; nella città natale, e in famiglia, ebbe modo di frequentare ambienti antifascisti, vicini in particolare al Partito socialista. Nel 1928 fu arrestato assieme ad altri veneziani perché sospettato dell’organizzazione del fallito attentato a Vittorio Emanuele III alla Fiera di Milano, ad ogni modo per lui non vi furono conseguenze di rilievo (se la cavò con un’ammonizione). Nel 1929 si laureò in Giurisprudenza a Padova; subito dopo lavorò per due anni come pretore a Mestre. Giovane dai molteplici interessi e dal multiforme talento, dal 1935 cominciò a collaborare con «Il Bò», la rivista del Gruppo universitario fascista – GUF dell’Università di Padova scrivendo dei problemi del corporativismo fascista, partecipò ai Littoriali della cultura e dell’arte, vinse anche un’edizione della corsa automobilistica delle Mille miglia. Svolse il servizio militare a Roma (nell’VIII centro automobilistico); scoppiata la guerra, fu esonerato dall’obbligo di prestare servizio al fronte in quanto nel 1938 aveva fondato e avviato a Bolzano una sua attività imprenditoriale, la Società italiana per il magnesio e leghe di magnesio, già divenuta importante per le forniture che era in grado di assicurare all’esercito italiano.
    Dopo l’8 settembre 1943, e la costituzione della Repubblica sociale italiana – RSI, Pietro Ferraro riuscì a passare le linee tedesche e a sconfinare nell’Italia liberata; già in contatto con le alte gerarchie dell’esercito, con gli agenti legati al servizio di informazioni militari coordinato dal colonnello Montezemolo da Roma, e con Pietro Nenni leader del Partito socialista, si mise a disposizione dell’Office of Strategic Service – OSS americano che, assieme ai servizi segreti delle altre potenze alleate in Italia, aveva cominciato ad organizzare i lanci delle “missioni” alleate nella parte della penisola occupata dai tedeschi con l’obiettivo di instaurare dei collegamenti con le nascenti formazioni partigiane, addestrarle, stabilire delle reti cospirative e informative, quindi preparare il terreno per l’arrivo di altre missioni. A Ferraro fu affidato il comando della missione Margot-Hollis destinata ad operare nel Veneto centrale e incaricata di trasmettere via radio informazioni in merito alla rete dei trasporti di una regione, il Veneto, strategicamente molto importante per i tedeschi, coordinando e favorendo così l’attività dei bombardamenti alleati; svolse inoltre i compiti “di prassi” di collegamento con le formazioni partigiane del luogo. Paracadutata con un radiotelegrafista ai primi di luglio 1944 nei pressi di Barcis (Udine), la Margot-Hollis si stabilì inizialmente a Padova, ma in seguito fu costretta a spostarsi di frequente: a Venezia, a Treviso, nei pressi di Belluno, infine nella fascia compresa tra Venezia e Belluno. Riconosciuta dalle autorità alleate come una delle più importanti del nord Italia, la missione di Ferraro riuscì a cucire una fittissima rete (quasi 60) di collaboratori capaci (lo stesso Ferraro ne tracciò, spesso icasticamente, i profili nelle sue carte); essa si mise in collegamento, dirigendone l’attività, con due formazioni partigiane: la Brigata ferroviaria Matteotti, operante a Venezia, grazie alla quale poté informare l’OSS sui depositi dei rifornimenti tedeschi, su altri eventuali obiettivi, sull’efficacia dei bombardamenti e i tempi di riparazione delle strutture colpite; il gruppo Collegamenti e informazioni sicurezza – CIS, operante con delle radio tra Belluno, Treviso, Venezia, Padova, incaricata tra le altre cose dell’assistenza ai partigiani. Queste furono le operazioni più preziose per gli alleati, tuttavia sotto il comando di Ferraro i due gruppi ottennero altri importanti risultati in previsione del post liberazione: riuscirono ad individuare il luogo dove era stato nascosto l’oro della Banca d’Italia e contribuirono al salvataggio delle molte opere d’arte trafugate dai tedeschi agli Uffizi di Firenze. Durante i giorni dell’insurrezione Ferraro, insieme al CLN cittadino, fu impegnato a Venezia nelle trattative di resa aperte con l’esercito tedesco per scongiurare il brillamento delle mine piazzate dagli occupanti in città e nel porto nel momento della ritirata. Per il preziosissimo contributo dato alla causa della liberazione, per il coraggio e la determinazione dimostrati gli fu conferita la medaglia d’oro al valor militare. Lo stesso era accaduto a suo padre Carlo dopo la prima guerra mondiale.
    Nel dopoguerra, nonostante i legami con i vertici del Partito socialista italiano, Pietro Ferraro lasciò la politica attiva, tornò a fare l’imprenditore, come prima della guerra, ma nell’industria della carta. In numerose pubblicazioni diede contributi importanti alla riflessione teorica sui rapporti tra economia, politica e progresso tecnico (si veda in Nota bibliografica); non solo: egli sviluppò un pensiero economico (ed ecologico) originale avvicinandosi al movimento dei “futuribili” nato in Francia negli anni Sessanta e diffondendolo in Italia.
    Molti anni dopo la fine della guerra decise di affrontare il riordino delle carte della missione Margot-Hollis che era riuscito a salvare dalle rigide regole di segretezza imposte dallo spionaggio, ma, senza poter portare a termine l’opera, si spense nel 1974.

  • Nota bibliografica

    C. Saonara, a cura di, Le missioni militari alleate e la Resistenza nel Veneto. La rete di Pietro Ferraro dell’OSS, Marsilio, Venezia 1990.

    Scritti di Pietro Ferraro
    Economia liberista di massa, Leonardo, Roma 1948.
    Progresso tecnico contro sviluppo economico?, Feltrinelli, Milano 1964.
    Progresso tecnico, ventagli di produttività e sviluppo. Un’economia alle soglie del futuro, Angeli, Milano 1970.
    La costruzione del futuro come impegno morale, A. Armando, Roma 1973.

  • Fonti

    C. Saonara, a cura di, Le missioni militari alleate e la Resistenza nel Veneto. La rete di Pietro Ferraro dell’OSS, Marsilio, Venezia 1990.

  • Compilatore
    Alessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
  • Complessi archivistici prodotti