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DenominazioneDemocrazia cristiana - DC. Comitato comunale di Venezia
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Sedi
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Venezia
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Tipo di ente
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Cenni storici
Di seguito si dà qualche cenno sommario della parabola della Democrazia cristiana nel Comune di Venezia fino all’inizio degli anni Ottanta; per maggiori informazioni sul contesto politico-economico generale si può fare riferimento a E. Franzina e E. Brunetta, La Politica cit. e G. Saccà e O. Salani Favaro, Dizionario biografico dei politici veneziani cit. in Nota bibliografica.
La Democrazia cristiana a Venezia ottenne la maggioranza relativa alle prime elezioni amministrative dopo la liberazione nel 1946, tuttavia il blocco dei partiti di sinistra (socialisti e comunisti) riuscì ad imporsi e a formare una Giunta comunale guidata dall’avvocato comunista, ex partigiano, Giobatta Gianquinto. Dopo il 1948 le cose cambiarono: la sconfitta del Fronte popolare formato da PCI e PSI alle elezioni politiche del 18 aprile e la scelta, in politica estera, del blocco occidentale si riverberò a Venezia nel 1951 quando andò al governo della città una Giunta democristiana guidata da Angelo Spanio.
Negli anni Cinquanta, anche per l’influenza del contesto politico nazionale e internazionale, attorno alla DC si formò un “blocco d’ordine” che intercettò le istanze della classe media e di parte della classe operaia; proprio all’inizio del decennio furono ripresi i progetti di espansione di Porto Marghera con la creazione della cosiddetta “seconda zona industriale” attraverso l’operato di un Consorzio per il suo sviluppo, in cui entrarono Comune, Camera di commercio e Provincia. Questi anni videro dunque la ripresa della crescita economica e contestualmente l’instaurarsi di legami tra forze politiche al governo e forze economiche protagoniste dello sviluppo. Leader della DC cittadina erano Pietro Mentasti ed Eugenio Gatto, quest’ultimo più volte parlamentare per il suo partito.
Le elezioni amministrative del 1956 arrisero alla corrente di sinistra della Democrazia cristiana, incarnata in particolar modo da Vincenzo Gagliardi, in seguito deputato alla Camera particolarmente attivo nelle questioni veneziane, e soprattutto da Wladimiro Dorigo, vero e proprio cervello della corrente, aperto ad una collaborazione con il Partito socialista, in grande crescita nella città lagunare. Con l’apertura della DC ai socialisti si impose così la “formula Venezia”, destinata ad anticipare gli andamenti futuri della politica nazionale; tale equazione si concretizzò con l’appoggio esterno del PSI ad una Giunta costituita da DC e PSDI (Partito socialista democratico italiano). Nel 1960 infatti, con la DC saldamente in testa quale forza politica di maggioranza, si costituì una delle prime giunte di centro-sinistra del Paese presieduta da Giovanni Favaretto Fisca. Nel 1962 fu approvato il nuovo Piano regolatore della città; mentre la seconda zona industriale veniva monopolizzata dal blocco Edison (dal 1966 Montecatini-Edison), si predisposero gli strumenti istituzionali per un ulteriore ampliamento nella terza zona, comunque mai attuato.
A metà anni Sessanta la formula del centro-sinistra veneziano entrò in crisi: i democristiani erano nettamente egemoni sui socialisti, ora divisi in più formazioni politiche, poco in contatto con una “base” operaia sempre più importante per il notevole sviluppo del porto industriale. In questi anni si resero evidenti in tutta la loro drammaticità gli squilibri demografico-economici del territorio comunale: da una parte lo spopolamento, ormai incontrastabile, della Venezia insulare, dall’altra l’esplosione demografica di Mestre e della terraferma.
Nella crisi generale della politica veneziana “istituzionale” della fine degli anni Sessanta, incapace di gestire i fenomeni della contestazione studentesca e soprattutto operaia, emerse la figura di Gianni De Michelis, leader di un nuovo PSI, fortemente intenzionato a recuperare il terreno perduto in termini di consensi. Alle elezioni comunali del 1970 si diede vita ad una Giunta bipartita DC-PSI guidata dal democristiano Giorgio Longo, anch’egli da anni fautore della linea politica di avvicinamento ai socialisti. Si trattò dell’ultima esperienza del centro-sinistra veneziano prima che la consacrazione del PCI a primo partito veneziano e la concomitante crescita del PSI alle elezioni del 1975 portasse ad una Giunta monocolore rossa, con il socialista Mario Rigo sindaco e il comunista Gianni Pellicani suo vice, sostanzialmente riconfermata cinque anni più tardi. -
Nota bibliografica
E. Franzina e E. Brunetta, La Politica, in E. Franzina, a cura di, Venezia, Laterza, Roma 1986.
G. Saccà, La genesi della legge speciale. Il governo della città e la stagione del centro-sinistra, Fondazione Gianni Pellicani, Mestre 2010.
G. Saccà e O. Salani Favaro, Dizionario biografico dei politici veneziani. Profili di amministratori, 1946-1993, Fondazione Gianni Pellicani, Mestre 2011.
S. Tramontin, Giovanni Ponti (1896-1961). Una vita per la democrazia e per Venezia, Comune di Venezia. Ufficio affari istituzionali, Associazioni partigiane di Venezia, Venezia 1983.
S. Tramontin, Eugenio Gatto, 1911-1981. Un partigiano padre delle regioni, Comune di Venezia. Assessorato affari istituzionali, ANPI, Venezia 1985.
S. Tramontin, Vincenzo Gagliardi. Un leader. 1925-1968, Comune di Venezia. Assessorato affari istituzionali, Centro studi Vincenzo Gagliardi, Venezia 1988. -
Fonti
E. Franzina e E. Brunetta, La Politica, in E. Franzina, a cura di, Venezia, Laterza, Roma 1986.
G. Saccà e O. Salani Favaro, Dizionario biografico dei politici veneziani. Profili di amministratori, 1946-1993, Fondazione Gianni Pellicani, Mestre 2011. -
CompilatoreAlessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
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