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DenominazioneCini, Vittorio
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Date di esistenza1885 febbraio 20 - 1977 settembre
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Tipo di ente
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Cenni storici
Vittorio Cini nacque a Ferrara il 20 febbraio 1885. Figlio di un imprenditore nel campo delle costruzioni di infrastrutture, dopo alcuni anni di studi e pratica bancaria tra la Svizzera e l’Inghilterra, dal 1905 si stabilì nell’impresa paterna, della quale qualche anno dopo assunse la direzione. Negli stessi anni, a Chioggia, fondò una sua società di costruzioni con la quale si fece spazio e nome vincendo appalti importanti per l’ampliamento dei porti di Chioggia e Genova.
Dopo la guerra, per la quale si arruolò volontario come ufficiale di cavalleria, ereditò l’impresa del padre che riformò profondamente orientandola decisamente verso il settore marittimo-armatoriale, campo privilegiato della sua attività imprenditoriale e nel quale raggiunse in seguito notevolissimi risultati. Infatti, fino agli anni Venti, fondò numerose imprese di navigazione (la Società Vittorio Cini e C., nel 1918 a Palermo, la Società italiana di armamento e navigazione, nel 1919 a Roma, la Società commercio e navigazione Adriatico-Mar Nero, nel 1921 a Venezia), altre ne diresse; così nel campo delle assicurazioni marittime (Lloyd adriatico, dal 1918 a Venezia, le Assicurazioni generali, dal 1922 a Trieste), della navigazione interna (Consorzio veneziano di armamento e navigazione, Società veneziana di navigazione a vapore, 1930, e tante altre) e della cantieristica (Cantieri navali e acciaierie di Venezia – CNAV, dal 1924, Cantieri riuniti dell’Adriatico, dal 1930 a Trieste).
Fu uno dei maggiori esponenti del “gruppo veneziano” di imprenditori guidato da Giuseppe Volpi; per questo, nel 1921, fu commissario straordinario per il risanamento dell’Ilva altiforni e acciaierie d’Italia, nel 1924 consigliere della Società porto industriale di Venezia (in seguito suo presidente), consigliere nella Distillazione italiana combustibili società anonima – DICSA, suo presidente dal 1931 al 1934. Frequentò anche il settore dell’energia elettrica (consigliere della SADE dal 1924), il settore tessile (Cotonificio veneziano), dei trasporti ferroviari e delle comunicazioni (Società telefonica delle Venezie – TELVE), della siderurgia e del turismo (Compagnia italiana grandi alberghi – CIGA).
Dal 1926 iscritto al Partito nazionale fascista, le sue capacità di imprenditore furono subito riconosciute da Mussolini: questi infatti lo nominò “fiduciario del governo” per la risistemazione dell’agricoltura nella provincia di Ferrara. Cini si impegnò con successo anche in questo settore con il controllo di numerose società in Veneto, a Roma, nelle colonie. Nel 1931 erano ben 29 le società di cui ricopriva la carica di presidente o di consigliere.
Nel 1932 la Società adriatica di navigazione, da lui presieduta, ottenne il controllo dei traffici marittimi in tutto l’Adriatico, nel Mediterraneo orientale, quindi nei collegamenti commerciali con l’Oriente. Nel 1935 successe ad Oscar Sinigaglia alla presidenza dell’Ilva, carica che mantenne fino al 1939.
Nel 1934 fu nominato senatore, anche se le sue posizioni politiche mostrarono inizialmente un certo distacco, se non sospetto, nei confronti dell’intervento dello Stato nell’economia e della sua fascistizzazione. Tuttavia continuò a godere della fiducia di Mussolini, tanto che nel 1936 fu nominato anche commissario generale dell’Esposizione universale di Roma, manifestazione prevista per il 1942 e per la quale si approvò un grandioso piano regolatore, base delle riforme urbanistico-edilizie dell’Eur. La diffidenza di Vittorio Cini verso il regime si acuì e si radicò con il volgere al peggio della guerra: nominato ministro delle comunicazioni, in una riunione del Consiglio dei ministri del giugno 1943 non risparmiò critiche alla conduzione del conflitto rassegnando infine le sue dimissioni; nei mesi drammatici che precedettero l’armistizio aveva trovato maggiore sintonia con le posizioni critiche di Dino Grandi e Galeazzo Ciano, in seguito condannati a morte per l’esautorazione di Mussolini avvenuta il 25 luglio. Accusato di disfattismo dal duce, il 23 settembre Cini fu arrestato dalle SS a Roma, quindi deportato a Dachau, da cui, grazie alle sue conoscenze, riuscì a fuggire. Nell’estate del 1944 a Padova prese contatti con il Comitato di liberazione nazionale regionale veneto – CLNRV cui elargì consistenti finanziamenti destinati alla lotta per la liberazione dal nazifascismo, quindi riparò in Svizzera. Finita la guerra attese il verdetto dell’Alta corte per le sanzioni contro il fascismo che lo prosciolse da ogni accusa di cooperazione con il regime fascista.
Nel dopoguerra riprese l’attività imprenditoriale nel campo marittimo ed elettrico (ancora nella SADE di cui fu l’ultimo presidente fino alla nazionalizzazione del 1963), ma soprattutto si diede all’arte, al mecenatismo e alla cultura: nel 1951, a Venezia, istituì la Fondazione Giorgio Cini, che nel restaurato monastero benedettino di San Giorgio ancora oggi promuove convegni, mostre d’arte, iniziative culturali legate alla tradizione veneziana, ospita raccolte d’arte, una biblioteca e numerosi archivi relativi soprattutto alla storia dell’arte e della musica. Si ricorda il convegno del 1962 sul problema di Venezia nel quale emersero le posizioni “insulariste” di Vittorio Cini, convinto assertore della necessità di preservare le bellezze della città lagunare concentrando le attività produttive nella terraferma (Mestre e Porto Marghera).
Vittorio Cini morì a Venezia nel settembre del 1977. -
Nota bibliografica
Fondazione Vittorio Cini, Vittorio Cini nel primo anniversario della scomparsa, Fondazione Giorgio Cini, Venezia 1978.
M. Reberschak, CINI Vittorio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 25, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma 1981.Scritti di Vittorio Cini
Sul bilancio delle Corporazioni. Discorso del senatore Vittorio Cini pronunciato nella seduta del 1° aprile 1935, Tipografia del Senato di G. Bardi, Roma 1935.
Giuseppe Volpi e il cinquantennio di Porto Marghera, in «Ateneo veneto. Atti e memorie dell’Ateneo veneto, rivista mensile di scienza, lettere ed arti», 1967, pp. 35-40. -
Fonti
Cini Vittorio, in Sistema archivistico nazionale, Portale archivi d’impresa, i protagonisti, www.imprese.san.beniculturali.it (consultato nel mese di giugno 2018).
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CompilatoreAlessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
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