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Chiari & Forti, Parma, Silea (Treviso) (1920 – [2007])

Chiari & Forti, Parma, Silea (Treviso) (1920 – [2007])

  • Denominazione
    Chiari & Forti
  • Altre Denominazioni
    • Malgara Chiari & Forti
    • Quaker Chiari & Forti
    • Chiari & Forti
    • Società anonima per azioni Chiari & Forti di Parma
  • Date di esistenza
    1920 - [2007]
  • Sedi
    • Silea (Treviso)
    • Parma
  • Tipo di ente
  • Cenni storici

    La Società anonima Chiari & Forti nacque a Parma nel 1920 come azienda molitoria grazie all’iniziativa delle famiglie Chiari, Forti e Medioli; inizialmente dotata di due molini, a Parma (Vicofertile) e a Carrara, in pochi anni crebbe in capacità produttiva e dimensioni: nel 1930, su progetto di Enzo Guglielmini Ceresa, fu costruito un terzo molino nel nuovo porto industriale di Marghera, affacciato al canale industriale ovest, in una posizione strategica per il carico e lo scarico delle materie prime, via terra e via acqua, da e verso l’estero, da e verso le altre regioni italiane. L’impianto fu dotato di magazzini e silos che presto raddoppiarono.
    Nel 1937 la società acquisì, a Silea (Tv), un quarto impianto, il molino Toso appartenente alla Società anonima Stucky (il cosiddetto “Stuckyno”) e questo, in poco tempo, divenne il fulcro direzionale di tutta l’azienda e di tutti gli altri stabilimenti.
    L’attività produttiva, dagli anni Quaranta, cominciò a diversificarsi includendo la spremitura dei semi per la produzione di olio, e questo settore, poco a poco, prevalse sugli altri, anche grazie all’introduzione di innovazioni importate da oltreoceano, come la vendita al dettaglio in lattine, che portarono celebri marchi come Olio Cuore e Topazio a dominare il mercato italiano. Si “verticalizzò” la produzione delle farine e anche gli impianti di Porto Marghera beneficiarono del successo dell’azienda: tra il 1964 e il 1965 infatti fu costruito un nuovo imponente silos, questa volta lungo il canale sud del porto.
    Negli anni Settanta la società entrò in crisi; Giulio Malgara, giovane manager milanese della Quaker Italia e futuro presidente europeo della Quaker, società statunitense leader nella produzione alimentare, entrò in azienda con l’obiettivo di risollevarne le sorti. L’azienda americana divenne partner della Chiari & Forti e in pochi anni ne acquisì completamente il controllo. Vi fu una profonda ristrutturazione: a Porto Marghera il primo storico impianto fu ceduto nel 1978 ai Grandi molini italiani – GMI, mentre il nuovo silos, nello stesso periodo, fu acquistato dalla Pagnan & f.lli.
    Negli anni Novanta l’azienda, ancora una volta grazie a Malgara, tornò in mani italiane e, di nuovo, risorse grazie alla produzione di olio, alimenti per animali domestici e bevande energetiche. Nei primi anni del 2000, fallito il tentativo di creare un polo alimentare italiano, l’azienda si indebitò per decine di milioni di euro e la sua attività si ridusse al lumicino. Lo stabilimento di Silea chiuse tra 2006 e 2007, ceduto, con il suo “Stuckyno”, a Francesco Bellavista Caltagirone, editore de «Il Gazzettino», per una riqualificazione ambientale, in seguito sfumata.

  • Nota bibliografica

    Grandi Molini italiani, L’orgoglio industriale di Porto Marghera tra passato e futuro, Grandi Molini italiani, Marghera 2007.
    S. Noale, Un opificio sul Sile: il Molino Toso, tesi di laurea, relatrice V. Benacchio, IUAV Venezia, a.a. 2007/2008.
    Il Molino S.A. Chiari & Forti a Porto Marghera, in «Le Tre Venezie», 1932.

  • Fonti

    S. Noale, Un opificio sul Sile: il Molino Toso, tesi di laurea, relatrice V. Benacchio, IUAV Venezia, a.a. 2007/2008

  • Compilatore
    Alessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
  • Complessi archivistici prodotti