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DenominazioneBattain, Emanuele
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Date di esistenza1927 - 2006
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Tipo di ente
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Cenni storici
Emanuele Battain fece parte del cosiddetto gruppo degli “avvocati militanti” veneziani (assieme ad esempio a Luigi Scatturin e Gianni Milner), categoria di professionisti del foro ancora poco studiata in Italia, ma che presenta riconoscibili e peculiari caratteristiche: innanzitutto la politicizzazione dell’attività professionale (pur senza per forza appartenere ad un’organizzazione politica), la scelta rigorosa della clientela, il rischio personale che questo può comportare.
Si riporta di seguito l’annotazione biografica su Emanuele Battain presente nel sito web del conservatore:
“Emanuele Battain (Venezia, 1927-2006) frequenta il liceo veneziano Marco Foscarini dove, giovanissimo, si avvicina alle idee antifasciste, aderendo alla lotta di liberazione nelle file azioniste di Giustizia e libertà. Nel dopoguerra, dopo aver rassegnato le dimissioni dal PDA [Partito d’azione] nel maggio 1946 assieme ad altri compagni, si avvicina al PSIUP [Partito socialista di unità proletaria]; nel gennaio 1947 assieme alla maggioranza della federazione giovanile aderisce al PSLI [Partito socialista dei lavoratori italiani], stagione breve che si concluse nel 1948, avvicinandosi sempre più alle analisi della IV Internazionale assieme ad un gruppo che si stringeva attorno al periodico «Bandiera rossa». Nel 1954 s’iscrive al PCI [Partito comunista italiano] veneziano dove militò fino agli anni Sessanta, quando uscì dal partito continuando la sua attività nella IV Internazionale. Partecipò alla costituzione del Partito della rifondazione comunista di Venezia nel quale militò fino alla sua scomparsa.
Laureatosi in Giurisprudenza all’Università di Padova, esercitò ininterrottamente la professione di avvocato distinguendosi per la sua attività a difesa delle classi più deboli e disagiate; come difensore fu impegnato in numerosi processi di carattere “politico” (come il “7 aprile”) e sindacale (fu a lungo uno dei legali della Camera del Lavoro di Venezia) fino al recente processo del Petrolchimico sul CVM”.
Nel processo al Petrolchimico del 1998 (il primo grado di giudizio) Emanuele Battain patrocinò, per la CGIL, la Federazione italiana lavoratori chimici e affini – FILCEA e una ventina di famiglie di operai costituitesi parti civili contro 28 dirigenti Enichem e Montedison, imputati di gravi reati ambientali, oltre che di lesioni e omicidio colposo, accusati anche di aver provocato la morte di 157 ex operai del Petrolchimico pesantemente esposti al CVM (cloruro di vinile monomero) nei decenni precedenti. Seguendo il saggio di Maria Malatesta, Avvocati militanti cit., si cita di seguito uno stralcio dell’appello ai giudici a conclusione dell’arringa finale pronunciata da Emanuele Battain, significativo della sua personalità e della concezione del diritto come “arma di difesa di coloro che dei diritti sono privi”:
“Certo, non è che si faccia la rivoluzione con le sentenze e non si cambia neppure il mondo con le sentenze, ma se farete una sentenza del genere, bene, dovranno preoccuparsi di mettere al centro non solo il profitto (…), ma dovranno tener conto anche della salute e dell’ambiente. Cioè della salute di tutti”. -
Nota bibliografica
E. Battain, Cos’è cambiato nella giustizia italiana, in «Critica comunista», 1981, 11, pp. 21-22.
G. Bettin, a cura di, Petrolkimiko: le voci e le storie di un crimine di pace, Baldini & Castoldi, Milano 1998.
G. Bettin e M. Dianese, Petrolkiller, Feltrinelli, Milano 2002.
F. Casson, La fabbrica dei veleni. Storie e segreti di Porto Marghera, Sperling & Kupfer, Milano 2007.
M. Malatesta, Avvocati militanti. Francia e Italia nel XX secolo, in «Contemporanea», a. XIX, n. 4, ottobre-dicembre 2016, pp. 565-597. -
Fonti
Fondo Emanuele Battain, scheda descrittiva, consultabile in www.iveser.it (consultato nel mese di giugno 2018).
M. Malatesta, Avvocati militanti. Francia e Italia nel XX secolo, in «Contemporanea», a. XIX, n. 4, ottobre-dicembre 2016, pp. 565-597. -
CompilatoreAlessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
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