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Barnabò, Alessandro Marco (Domegge (Belluno), 1886 – Padova, 1971)

Barnabò, Alessandro Marco (Domegge (Belluno), 1886 – Padova, 1971)

  • Denominazione
    Barnabò, Alessandro Marco
  • Date di esistenza
    1886 - 1971
  • Tipo di ente
  • Cenni storici

    Alessandro Marco Barnabò fu un imprenditore attivo in particolare nel campo delle costruzioni (infrastrutture e collegamenti viari) e dell’industria elettrometallurgica, non disdegnando di ricoprire incarichi istituzionali prestigiosi all’interno delle associazioni del mondo dell’impresa privata.
    Risale al 1907 la costituzione della sua prima società, un servizio di trasporto merci tra Belluno e Cadore. Grazie all’espansione coloniale italiana negli anni Dieci fu a Tripoli, dove guidò un’impresa per la costruzione di strade e porti; qui conobbe Eugenio Miozzi, futuro capo della Direzione lavori e servizi pubblici del Comune di Venezia. A Tripoli nacquero i suoi due figli, avuti da Emilia Bossiner, sua moglie dal 1912.
    Dopo la prima guerra mondiale, nella quale era stato volontario in aeronautica, si spostò a Roma per riprendere le sue attività stabilendo legami d’affari importantissimi per il futuro. Fu nella capitale che poté entrare nel settore dell’industria metallurgica e in quello, strettamente connesso, dell’elettricità. Nel 1924, con alcuni imprenditori inglesi, fondò una società elettrica, la Società forze idrauliche Alto Cadore – SFIAC; nel 1925 con Federico Giolitti, figlio dello statista nonché grande chimico dei metalli, fondò, tra le altre, la Società idroelettrica Dolomiti – SID, in seguito strettamente legata alla Società idroelettrica piemontese – SIP.
    Al 1926 risalgono i legami con il gruppo svizzero della Societé anonime pour l’industrie de l’Aluminium di Neuhausen e il 7 dicembre 1926, sempre a Roma, fu costituita la Società alluminio veneto anonima – SAVA: parteciparono alla fondazione, oltre a Barnabò, Giolitti, un finanziere, A. Stagni, e Arnold Bloch-Frey, rappresentante della svizzera Aluminium Industrie Aktien Gesellschaft – AIAG, società che sostanzialmente generò SAVA e che sempre controllò la propria filiazione italiana. L’anno dopo la SAVA cominciò i lavori per la costruzione del suo primo stabilimento a Porto Marghera, la cui produzione, alimentata da impianti idroelettrici propri, in brevissimo tempo occupò una considerevole quota del mercato nazionale.
    Dal 1928 Barnabò stabilì saldi legami di collaborazione con la Società adriatica di elettricità – SADE, per tramite del suo presidente Achille Gaggia, quindi con il gruppo imprenditoriale veneziano capeggiato da Giuseppe Volpi e Vittorio Cini. Sono rispettivamente del 1927 e del 1930 la costituzione dell’Elettrometallurgica San Marco e di Lavorazione leghe leggere – LLL (in parte controllata da SAVA e SADE), entrambe grazie all’iniziativa di Barnabò ed entrambe insediate a Porto Marghera.
    Negli anni Trenta, oltre a procurare alla SAVA l’autonomia nel ciclo produttivo dell’alluminio assicurandosi importanti rifornimenti di bauxite, Barnabò continuò a curare i propri interessi anche nel campo minerario, infrastrutturale e agroindustriale. In concomitanza con la guerra in Etiopia, e poi con il secondo conflitto mondiale, tutte le società metallurgiche in cui Barnabò ricopriva incarichi di spicco (SAVA, Elettrometallurgica San Marco, LLL) poterono beneficiare delle commesse per l’esercito italiano.
    Nel dopoguerra, tempo di ristrutturazioni e riconversioni, SAVA (adesso Società alluminio veneto per azioni) poté transitare abbastanza serenamente dall’economia di guerra all’economia di pace grazie soprattutto all’intervento della società madre svizzera e dagli anni Quaranta agli anni Sessanta moltiplicò di varie volte il proprio capitale sociale, dando vita anche ad altri due stabilimenti (tra questi una centrale elettrica) nella nascente seconda zona industriale di Marghera.
    Gli interessi di Barnabò negli anni del boom economico italiano trovarono varie e numerose espressioni: ad esempio, assieme a Eugenio Miozzi, meditò pure la costruzione di un nuovo porto di fronte alla bocca di Malamocco e l’autostrada Alemagna Venezia-Monaco, progetti poi parzialmente realizzati ma mai portati a compimento.
    Come anche prima della guerra, fino alla morte, avvenuta a Padova nel 1971, Alessandro Marco Barnabò ricoprì vari incarichi in istituzioni imprenditoriali e culturali prestigiose, come quello di presidente dell’Associazione degli industriali della provincia di Venezia, o dell’Istituto superiore di economia e commercio di Ca’ Foscari.

  • Nota bibliografica

    M. Reberschak, BARNABO’, Alessandro Marco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 34, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma 1988.
    M. Reberschak, Gli uomini capitali: il gruppo veneziano (Volpi, Cini e gli altri), in Storia di Venezia. L’Ottocento e il Novecento, a cura di M. Isnenghi, S. Woolf, vol. 3, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2002.

  • Fonti

    M. Reberschak, BARNABO’, Alessandro Marco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 34, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma 1988.

  • Compilatore
    Alessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
  • Complessi archivistici prodotti