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Banca commerciale italiana – BCI, Milano (1894 – 2001)

Banca commerciale italiana – BCI, Milano (1894 – 2001)

  • Denominazione
    Banca commerciale italiana - BCI (1894 - 2001)
  • Altre Denominazioni
    • Comit (abbreviazione entrata nell'uso corrente per indicare l'istituto)
  • Date di esistenza
    1894 - 2001
  • Sedi
    • Milano
  • Tipo di ente
  • Cenni storici

    In seguito al vuoto bancario creatosi in Italia a causa dello scandalo che travolse istituti di credito importanti quali la Banca romana, nel 1894 un gruppo di banchieri di area germanica e mitteleuropea diede vita al Credito italiano e alla Banca commerciale italiana – BCI (o Comit), con sede a Milano. A capo dell’istituto fu posto un Consiglio di amministrazione, il quale nominava un presidente e poteva formare dei comitati di controllo (ad esempio il Comitato centrale, il Comitato esecutivo e la Commissione bilancio); l’attività della banca era diretta dalla Direzione centrale, presieduta, inizialmente, da due direttori centrali e dal 1908 da due amministratori delegati eletti dal Consiglio di amministrazione. Nel corso degli anni la Direzione ampliò notevolmente le proprie competenze creando così delle suddivisioni interne a partire dalla Segreteria generale, inizialmente l’organo che svolgeva tutte le funzioni della Direzione: progressivamente si formarono i Servizi ispettorato, contabilità, personale, estero, controllo filiali, legale, immobili, affari finanziari e partecipazioni, titoli e borsa, organizzazione, crediti. Dal 1919 era già attivo un gruppo di funzionari denominato “Ufficio studi”: questi, con a capo Giacomo Calvi, era incaricato della raccolta delle informazioni economico-finanziarie sul conto dei clienti e delle pubblicazioni statistiche periodiche dell’istituto.
    I primi direttori della BCI, Otto Joel e Federico Weil, impostarono l’attività della nuova banca secondo il modello tipico degli istituti di credito tedeschi, ovvero fecero della BCI una “banca universale”, in grado di garantire i depositi di denaro, di erogare credito a medio e lungo termine e di acquisire partecipazioni azionarie in altre società. Il successo e l’espansione territoriale furono rapidi, non solo in Italia, ma anche all’estero, in particolare nei paesi dell’Europa dell’est e dell’America del sud. In Veneto, sin dai primissimi anni del nuovo secolo, la banca instaurò ottimi rapporti d’affari con il gruppo di imprenditori veneziani capeggiato da Giuseppe Volpi e Vittorio Cini, grazie alla mediazione dell’allora direttore della filiale di Venezia, Jósef Leopold Toeplitz, futuro amministratore delegato della BCI e cofondatore, con il gruppo veneziano, della Compagnia di Antivari e della Società commerciale d’Oriente (Comor).
    La crisi finanziaria del 1929 ebbe pesanti ripercussioni anche per la Banca commerciale. Nel 1931, a causa della grande esposizione creditizia verso l’industria, fu necessario l’intervento dello Stato per salvarla: l’istituto bancario, grazie alla mediazione della Società finanziaria industriale italiana – Sofindit cui furono trasferite le partecipazioni azionarie Comit, cedette il proprio portafoglio di azioni al nuovo Istituto per la ricostruzione industriale – IRI. Nel 1934 quest’ultimo entrò in possesso della maggioranza del capitale della banca consegnandola così nelle mani dello Stato.
    L’importante riforma bancaria del 1936 (Regio decreto legislativo n. 375 del 1936, “Disposizioni per la difesa del risparmio e per la disciplina della funzione creditizia”) impose delle riforme sostanziali anche alla BCI, la quale si trasformò in un istituto di credito ordinario con prerogativa di concedere crediti a breve termine, non più per il medio-lungo periodo. Questo cambiò in modo significativo il suo rapporto con la grande industria. Anche l’Ufficio studi si riformò e fu attrezzato da Antonello Gerbi, suo direttore, “per l’esame comparativo dei diversi sistemi bancari nazionali, per lo studio dei mercati e l’analisi congiunturale”. La caratteristica vocazione internazionale della banca fu strenuamente difesa negli anni dell’autarchia fascista, in particolare da Raffaele Mattioli, amministratore delegato dal 1933, e Giovanni Malagodi, capo della Segreteria Italia dal 1934, principali artefici della ristrutturazione interna attuata in quegli anni. Nel 1937 l’istituto bancario ricevette la qualifica di “banca di interesse nazionale”.
    Dopo la fine dell’occupazione tedesca, durante la quale Comit rappresentò un punto di riferimento per importanti personalità dell’antifascismo (collaboravano con l’Ufficio studi Ugo La Malfa, Giuseppe Saragat, Raimondo Craveri e molti altri) svolgendo un ruolo importante quale centro operativo della Resistenza milanese, l’istituto bancario riprese l’attività di sostegno alla piccola e media impresa. Tuttavia il suo raggio d’azione, tradizionalmente proteso al di là dei confini nazionali, si contrasse notevolmente: furono chiuse le sedi di Londra e di New York e si cedettero le banche partecipate in Europa dell’est. Solo alla fine degli anni Sessanta si ebbe una ripresa dell’attività internazionale, in corrispondenza con la quotazione in borsa del titolo BCI.
    Tra il 1991 e il 1994 si procedette alla privatizzazione della banca e alla sua trasformazione in gruppo bancario: Comit, che poté tornare all’originario modello di “banca universale”, seppur riadattato ai tempi correnti, nel 1999 fece il suo ingresso nel gruppo Intesa; nel 2001 avvenne la fusione con la creazione di IntesaBci, dal 2003 denominata Banca Intesa.

  • Nota bibliografica

    C. S. Brambilla, La sfida internazionale della Comit, Il Mulino, Bologna 2013.
    A. Confalonieri, Banche miste e grande industria in Italia: 1914-1933, 2 voll., Banca Commerciale Italiana, Milano 1994-1997.
    G. Malagodi, Profilo di Raffaele Mattioli, Ricciardi, Milano-Napoli 1984.
    R. Mattioli (a cura di F. Pino, con la collaborazione di F. Gaido), Uscire dalla crisi. Comunicazioni interne sul salvataggio della Banca Commerciale Italiana, 1933-1934, Nino Aragno Editore, Torino 2010.
    G. Toniolo, Cent’anni 1894-1994, BCI, Milano 1994.

  • Fonti

    Archivio Banca commerciale italiana – BCI, inventario consultabile on-line in asisp.intesasanpaolo.com (consultato nel mese di giugno 2018).

  • Compilatore
    Alessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
  • Revisione
    Archivio storico Intesa Sanpaolo
  • Complessi archivistici prodotti