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DenominazioneAllied Control Commission - ACC
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Tipologia e contesto del complesso archivistico
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Complesso di fondi
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Estremi cronologici
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1943 - 1947
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Contenuto
L’archivio prodotto dalla Commissione alleata di controllo (Allied Control Commission – ACC), versato ai National Archives di Washington nel 1955 ed ora conservato nel Maryland, è giunto in copia all’Archivio centrale dello Stato in riproduzione su microfilm in varie fasi a partire dal 1988. La produzione documentaria della complessa e ramificata struttura gerarchica costituita dall’organo di occupazione angloamericano in Italia fino alla riconsegna dell’amministrazione al Regno, è passata attraverso una procedura di selezione e riordino generale presso il Quartier generale di Roma (Allied Force Records Administration) prima del definitivo trasferimento negli Stati Uniti; tale riordino, corrispondente alla struttura amministrativa della Commissione e ai numerosi settori dell’amministrazione trattati, permane tuttora.
Rimandando alla bibliografia in Nota per ulteriori approfondimenti sulle strutture, sui meccanismi di governo e sui rapporti instaurati con i Comitati di liberazione nazionale e le altre istituzioni italiane, qui si può ricordare che al vertice della Commissione era posto il Quartier generale (Headquarters Allied Commission), dal quale dipendevano i Comandi delle 14 macro-regioni create dagli stessi alleati per motivi amministrativi, a loro volta al vertice delle reti dei singoli Comandi provinciali; a questa struttura piramidale si affiancava quella del Governo militare alleato (Allied Military Government – AMG), direttamente responsabile di alcuni territori rimasti più a lungo sotto il suo diretto controllo, come il Friuli-Venezia Giulia.
La struttura dell’archivio, come accennato, rispecchia quella dei suoi soggetti produttori, nell’articolazione in organi periferici regionali e provinciali, quindi nei settori relativi a questa o a quella materia trattata. Nel riordino è stato creato un primo livello, corrispondente al livello più alto della gerarchia, ovvero i gangli di comando della Commissione (Quartier generale, Comandi regionali, Comandi provinciali e AMG) a cui sono stati assegnati dei numeri identificativi a cinque cifre (Indicator); le pratiche prodotte al loro interno sono poi identificate da un ulteriore codice a tre cifre (Subindicator) in base al settore di appartenenza della pratica.
Il primo livello include i complessi documentari di numerosi soggetti produttori (106), da quello del Quartier generale a quello della V armata AMG, passando per quelli dei Comandi delle regioni e delle singole province. Il secondo comprende serie documentarie come Ufficio collegamento, Croce rossa americana, agricoltura, commercio, finanze, giustizia, istruzione, industria, lavoro, opere pubbliche, persone disperse, pubblica sicurezza, sanità ecc.
La documentazione del complesso di fondi, proprio per la natura dei suoi soggetti produttori, organi di potenze occupanti preposte ad un rigido controllo dell’attività amministrativa delle istituzioni italiane, è tradizionalmente considerata molto importante quale fonte di conoscenza della realtà italiana degli ultimi anni di guerra e del dopoguerra. Essa presenta un codice linguistico misto, italiano e inglese.
Quanto alle vicende di Porto Marghera e del suo quartiere urbano nei mesi del governo alleato, cruciali per l’avvio del processo di ricostruzione degli impianti e per la ripresa dell’occupazione nelle fabbriche, può essere solo citato il vastissimo fondo documentario prodotto dal Quartier generale (Indicator: 10000 Headquarters Allied Commission), costituito da 57.539 unità archivistiche, in particolare le serie riguardanti le opere e le aziende di pubblica utilità (150 Public Works & Utilities), l’industria e il commercio (161 Industry & Commerce), i rifornimenti (154 Economic & Supply), l’ufficio dell’ufficiale di collegamento (119 Liaison Officer). Queste serie riguardano l’amministrazione di tutto il territorio controllato dalla Commissione, trovandosi il Quartier generale al vertice della piramide gerarchica.
Si possono dare indicazioni di orientamento più precise sui complessi archivistici prodotti dal Comando regionale veneto (11200 Region n. 12 – Venezia, gli attuali Veneto e Trentino-Alto Adige) e dal Comando provinciale di Venezia (11207 Venezia Province), direttamente coinvolti nella gestione di tutte le questioni riguardanti la ripresa delle attività produttive delle industrie, compresi il controllo della distribuzione delle materie prime (loro censimento, requisizione e sblocco), la ricostruzione degli impianti produttivi e delle infrastrutture, l’eventuale recupero dei macchinari trasferiti, la complessa gestione degli scioperi e della disoccupazione in un periodo delicatissimo, in questo senso, come quello dei primi mesi del dopoguerra.
Nel fondo del Comando della Region n. 12 (Indicator 11200), si può segnalare la serie classificata come 119, prodotta dall’ufficio del Liaison Officer, cui era demandato il compito di garantire la stabilità delle comunicazioni tra istituzioni italiane, enti del territorio e gli uffici competenti dei comandi alleati. Proprio per questo ruolo di intermediario, i temi affrontati nelle pratiche dell’ufficio sono numerosi e diversi e alcune di esse toccano direttamente le questioni del porto industriale, da molteplici punti di vista: analisi della situazione della produzione industriale, l’approvvigionamento di materie prime, le condizioni di alcuni specifici stabilimenti. Nel primo caso si possono citare unità intitolate “Industry” e “Industry monthly reports”, che raccolgono rapporti periodici generali sugli impianti produttivi di tutta la regione. Fascicoli come “Aluminium” (alluminio), “Zinc” (zinco), “Alumina” (allumina), “Coal” (carbone) trattano questioni inerenti gli approvvigionamenti di tali materie prime essenziali per la ripresa economica della regione, facendo emergere, talvolta nel dettaglio, le condizioni di alcune fabbriche, più o meno importanti, comprese quelle installate a Porto Marghera (e le loro collegate nel resto del territorio regionale) durante il dopoguerra, le loro capacità produttive, le dotazioni tecnologiche, gli organici delle maestranze, i danni dovuti ai bombardamenti, i rapporti con il resto del tessuto industriale della zona e, naturalmente, con le autorità alleate soprattutto in merito alle requisizioni e alla ridistribuzione di materie prime e prodotti finiti. Si può fare il caso del fascicolo “Aluminium” nel quale è presente un censimento di tutti gli stabilimenti metallurgici e siderurgici di Venezia e Porto Marghera, con dati sull’attività e i rifornimenti necessari per la continuazione o la ripresa; inoltre, corrispondenza con lo stabilimento dell’Industria nazionale alluminio – INA, società controllata da Montecatini, e le fabbriche collegate di Mori (Tn) e Bolzano, in merito al trasporto dell’alluminio; dati sulla disponibilità del metallo negli stabilimenti INA e Società alluminio veneto anonima – SAVA; ordini di sblocco da parte dei comandi alleati e di trasferimento di quantitativi di metallo. Così nel fascicolo “Alumina” (l’allumina è il minerale base per la produzione di alluminio metallico) si trovano ancora richieste da parte di INA per il trasporto del minerale a Mori, una descrizione analitica degli impianti SAVA e una dettagliata relazione delle condizioni e dell’attività durante l’occupazione a firma di Alessandro Barnabò, amministratore delegato della società. Al complesso archivistico appena descritto si può ascrivere anche il fascicolo “Heavy chemicals fertilizers” (fertilizzanti chimici pesanti) che tratta le richieste di materie prime di una delle principali società produttrici di fertilizzanti, la Montecatini con i suoi numerosi stabilimenti sparsi nella regione, le requisizioni e le assegnazioni dei prodotti finiti.
Nella serie inoltre si trovano unità intitolate ad alcune società del polo industriale: “Ilva”, “Lavorazione leghe leggere – LLL”, “Vetrocoke Azotati” e “Glass Vetrocoke” (Vetrocoke sezione vetro). Si può accennare a quest’ultimo in particolare per via della consistenza (200 carte) e della rilevanza dei documenti contenuti: per il periodo che va dall’aprile al dicembre 1945 si rilevano dettagliati prospetti tecnici sui tre reparti della Vetrocoke (cokeria, vetro, azotati), schemi dei processi produttivi, comunicazioni tra gli organi competenti sulle attività industriali della Commissione alleata, rapporti sull’attività dello stabilimento inviati alla Industry Sub-Commission di Milano, ordini di sblocco di materiale in deposito o di parte della produzione a favore di altre società (come il gas di cokeria destinato all’Esercizio Veneta gas, della Società italiana per il gas, gestore della distribuzione a Venezia). E ancora: dati sull’attività produttiva a favore dei tedeschi nel periodo 1943-1945, planimetrie dettagliate dello stabilimento con la segnalazione dei punti di collisione delle bombe angloamericane, relazioni e programmi di ricostruzione degli impianti ecc.
Nel fascicolo “General Derequisitioning”, per il periodo giugno-dicembre 1945, sono gestite specificamente le richieste di sblocco di locali requisiti appartenenti a stabilimenti della Conservazione legno e distillazione catrame – CLEDCA e Società anonima legnami compensati e affini – SALCA.
Al controllo e alla gestione delle questioni relative al lavoro è stata attribuita una categoria specifica, Labor (Subindicator 146). Nella serie che identifica i fascicoli inerenti la situazione veneziana quali “Venezia province reports” (rapporti dalla provincia di Venezia) e “Unrest, agitation and strikes” (tumulti, fermenti sociali e scioperi), sono trattati occupazione, disoccupazione e salari anche in specifico riferimento agli stabilimenti di Porto Marghera. Nel primo fascicolo citato, oltre alle esaurienti relazioni mensili inviate dall’Ufficio provinciale del lavoro di Venezia, si segnala una particolare tipologia documentaria: si tratta delle intercettazioni telefoniche che il Confidential Civil Censorship Group Telephone trascriveva per l’ufficio alleato. Le conversazioni, che coinvolgevano soprattutto la Camera confederale del lavoro, il Partito comunista veneziano, il sindaco e le aziende, vertono sui malcontenti operai, sugli scioperi, sulla disoccupazione e i licenziamenti (per le società installate a Porto Marghera risultano presenti AGIP, Cantiere navale Breda, Vetrocoke). In “Unrest, agitation and strikes”, per i mesi agosto-novembre 1945, si segnalano i dati raccolti sull’andamento di alcuni scioperi proclamati dai lavoratori, in particolare, per le fabbriche veneziane, lo sciopero generale del 18 luglio 1945 a seguito dello scioglimento delle Commissioni aziendali di epurazione deciso dal Comando alleato.
Al Subindicator 150 corrisponde la serie Public Works & Utilities riguardante il ripristino delle infrastrutture e delle aziende di pubblica utilità: in essa sono trattate le riparazioni di alcuni impianti di Porto Marghera progettate dal Provveditorato al porto di Venezia.
Il Comando provinciale veneziano (Venezia Province, Indicator 11207) rappresentava, tra le autorità alleate, l’interlocutore diretto degli organi dell’amministrazione italiana locali e dei privati. Era il Provincial Commissioner (Commissario provinciale) a cui ci si rivolgeva in prima battuta, in qualità di rappresentante periferico delle potenze straniere occupanti. La documentazione conservata rappresenta il depositato di un rapporto non mediato con l’autorità angloamericana, quindi, in seconda battuta, dell’eventuale avanzamento della pratica lungo il resto della catena gerarchica della struttura. Se ci si riferisce ai problemi specifici delle società industriali di Porto Marghera nei mesi dell’immediato dopoguerra (ad esempio l’approvvigionamento di materie prime, lo sblocco di locali e materie prime, la ricostruzione degli impianti e la gestione delle maestranze), la documentazione conservata nel fondo ne dà ricca esemplificazione.
Si possono segnalare due serie: “General” (Subindicator 115) e “Economic and Supply” (Subindicator 154). Nella prima, nel consistente fascicolo “Labour” (lavoro), la documentazione testimonia l’attività di supervisione e mediazione da parte dell’autorità angloamericana nella gestione di questioni sindacali come il rinnovo dei contratti di lavoro nelle fabbriche (ad esempio nella Società italiana per il gas. Esercizio Veneta gas di Venezia), il pagamento dei salari e la disoccupazione; nel fascicolo “Commerce and Industry”, anch’esso molto consistente (350 carte circa), sono presenti, tra le altre, richieste di rifornimento di materie prime e di sblocco da parte di società come Bonduà & C. industria commercio legnami, Cantiere navale della Società italiana Ernesto Breda, INA, Industria nazionale droghe insetticidi affini naturali artificiali – INDIANA, Vetrocoke.
Documentazione di analogo tenore è presente nel fascicolo “Commerce and Industry” appartenente alla serie “Economic & Supply” (Subindicator 154). -
Tipologia documentaria
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Consistenza
7.282 bobine, di cui schedate 6.694 per un totale di 13.236.719 fotogrammi
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Stato di ordinamento e conservazione
La documentazione è conservata in copia (in microfilm e formato elettronico).
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Condizioni per la consultazione
Le copie in formato digitale dei microfilm sono liberamente consultabili dai computer della sala studio del conservatore con il supporto del database segnalato in Strumenti di accesso.
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Strumenti di accesso
Database ACC (Allied Control Commission), a cura di Bruna Colarossi e Lucilla Garofalo, 2002, consultabile on-line dal sito web del conservatore.
National Archives and Records Administration – NARA, strumento cartaceo a cura di P. C. Brown, 1982. -
Fonti
Archivio ACC (Allied Control Commission), Inventario e database a cura di B. Colarossi e L. Garofalo, 2002, in acs.beniculturali.it (consultato nel mese di giugno 2018).
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CompilatoreAlessandro Ruzzon, prima redazione giugno 2018
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Soggetti produttori
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Soggetto conservatore